PROVE DI ARRAMPICATA PER L’ALPINISMO GIOVANILE
06 ottobre 2011
Una pioggia battente ci accoglie al prato della Rocca d’Imola, è la mattina del 24 luglio 2011. Questa uscita dell’Alpinismo Giovanile non comincia certamente nel migliore dei modi. Mi aspetto quindi che la giornata si concluda con un caffè al bar della Rocca insieme ad Andrea e Donatella per poi ritornare tutti a casa. Invece ancora una volta si dimostra quanto i bambini abbiamo la capacità di stupire noi adulti. All’appuntamento si presentano addirittura in sei: Emanuele, Cristina, Giulia, Matteo, Davide e Divoz. Con Davide e Matteo c’è anche Frida, un bellissimo setter di 12 anni che diventerà subito la mascotte di questa uscita. L’entusiasmo della partecipazione, nonostante le avverse condizioni meteo, non può venire deluso. Decidiamo quindi di dirigerci verso la Locanda della Raticosa dove Stefano aspetta con il piccolo Paolo: lui è il nostro settimo partecipante. Lungo la strada la pioggia diventa sempre più incessante. Sprofondano così ancor di più le speranze d’un miglioramento della giornata, basate su una personale e quanto mai inverosimile interpretazione del fenomeno dell’inversione termica. Ma ecco che, mentre dentro la Locanda Andrea e Stefano stanno facendo la lezione sui nodi, improvvisamente vediamo uno squarcio di cielo azzurro. Non piove più e le nuvole si sono aperte! Ci precipitiamo al “Rocchino” per vedere la situazione: la roccia è bagnata ma, se si alza un po’ di vento e le nuvole continuano ad aprirsi, qualcosa si può fare.
La giornata non sembra del tutto persa. Andrea e Stefano cominciano a tirare le corde sulla grande placca appoggiata.Attrezzano due vie: una via d’arrampicata ed una via con corda fissa dove simulare la tecnica della ferrata. A me e a Donatella invece il compito di attrezzare la via Rolli (III+/IV+) che sarà la via “avanzata” di questa uscita. Andrea tiene dapprima una concisa lezione sui fondamentali dell’arrampicata. Si fa quindi ora di passare dalla teoria alla pratica. I bambini si cimentano con entusiasmo su tutte le vie. Quasi tutti le vogliono ripetere più d’una volta e si mettono disciplinatamente in fila ad aspettare il proprio turno, come alle giostre d’un parco giochi. Da parte mia devo dire che, se tenere in sicura un bambino non è certamente impegnativo da un punto di vista fisico, la continua attenzione da prestare a tutti i dettagli lo è di sicuro da un punto di vista mentale. I nodi, l’imbrago e le indicazioni necessitano, infatti, di un elevato tasso di concentrazione. Si fa rapidamente mezzogiorno ed è tempo di fare una pausa. Oggi poi casualmente è anche il compleanno di Cristina che compie ben 11 anni. Così la torta che Andrea ha portato diventa quella del suo compleanno che lei taglia orgogliosa mentre noi le cantiamo la canzone d’auguri. Dopo esserci tutti rifocillati si riprende ad arrampicare, il sole splende forte e la roccia è completamente asciutta. Si possono fare ancora parecchie salite. Verso le 15.00 i bambini cominciano a manifestare i primi segni di stanchezza. Non si sono risparmiati un attimo e le loro energie sono giunte al limite.
Andrea e Stefano decidono di concludere l’uscita: smontiamo le vie e c’incamminiamo verso le macchine. Prima di separarci, Andrea fa un breve discorso di riepilogo della giornata e di monito sui rischi dell’arrampicata: oggi è stata un bel gioco ma se non si presta sempre tutta l’attenzione necessaria alla sicurezza, può diventare un’attività molto pericolosa. Mentre torniamo a Imola, sotto un bel sole di luglio mi chiedo se sia stata l’inversione termica a regalarci questa bella giornata oppure, meno scientificamente, la fortuna che talvolta ripaga la determinazione.
Marcello Orioli