I gessi e le grotte carsiche dell’Appennino settentrionale sono patrimonio dell’umanità UNESCO
Imola, 19/09/2023 – Durante la sessione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l”educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), che si è tenuta a Riyadh martedì 19 settembre 2023, ”il Carsismo delle Evaporiti e le Grotte dell’Appennino Settentrionale” è stato riconosciuto come Patrimonio dell’umanità. Sette i siti interessati: Alta Valle Secchia, Bassa Collina Reggiana, Gessi di Zola Predosa, Gessi Bolognesi, Vena del Gesso Romagnola, Evaporiti di San Leo, Gessi della Romagna Orientale nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna. Sono tutte località e territori dell’Appennino Emiliano e Romagnolo.
La candidatura è stata sostenuta, oltre che dalla comunità scientifica e dalle istituzioni locali, anche dal Club Alpino Italiano, dal CAI Emilia Romagna e dalle sezioni del CAI locali (Forlì, Parma, Imola, Ravenna, Lugo, Faenza, Rimini, Reggio Emilia e Castelnovo ne’ Monti). Il Cai svolge il ruolo di principale gestore della rete sentieristica, con attività di rilievo e manutenzione dei sentieri dei territori interessati dal riconoscimento.
Il territorio protagonista del riconoscimento UNESCO rappresenta una testimonianza straordinaria dei principali periodi dell’evoluzione della Terra: una zona ricca di depositi evaporitici che generano forme carsiche, particolarmente significativa per lo studio della disgregazione del supercontinente Pangea avvenuta circa 200 milioni di anni e della crisi del messiniano nel Mediterraneo di circa 5 milioni di anni fa con la chiusura dello stretto di Gibilterra.
Il progetto di candidatura è nato nel 2015, quando in un documento l’Unesco puntualizzò che tra i fenomeni carsici riconosciuti come World Heritage, quelli nei gessi erano del tutto assenti. Così la Federazione speleologica regionale dell’Emilia-Romagna, che raccoglie anche vari gruppi speleo del CAI, ha iniziato una ricerca e studio per proporre i fenomeni carsici nelle evaporiti dell’Emilia Romagna a World Heritage. Nel 2016, la Federazione Speleologica Regionale, «consapevole dell’importanza mondiale dei fenomeni carsici nei gessi dell’Emilia-Romagna, ha deciso di proporre alla Regione di farsi promotrice della candidatura di tali fenomeni a Patrimonio Mondiale dell’Umanità, ben consapevoli dell’impegno richiesto. Oggi l’UNESCO ha riconosciuto l’importanza di questo patrimonio geologico conferendo un riconoscimento centrato sull’importanza dei sistemi di grotte che sono tra i più completi, unici al mondo, e molto ben studiati», fanno sapere con un comunicato stampa.
Per l’Italia è il quinto habitat di tipo naturale riconosciuto Patrimonio Unesco, dopo le Dolomiti, l’Etna, le Eolie e le Faggete vetuste dell’Appennino.
Paolo Mainetti, presidente del CAI Imola, ha accolto la notizia con esultanza, dichiarando: “Dentro di me c’è una gioia immensa. Sono quasi commosso. Condividiamo questo momento incredibile con l’Università di Bologna, la Federazione Speleologica dell’Emilia-Romagna, l’Ente Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, il Gruppo Regionale del CAI Emilia-Romagna e tutte le persone che si sono impegnate in questi anni per portare a termine questo lungo percorso. Da parte nostra, come CAI IMOLA, siamo fieri e orgogliosi di aver portato il nostro piccolo contributo. Ma occorre pensare che questo inestimabile risultato lo si è potuto raggiungere non solo per ciò che è stato fatto negli ultimi anni, ma grazie ad una attività che ha radici ben più lontane: è per merito dell’operato di chi già molti decenni fa credeva che la “nostra” vena del gesso meritasse di venire protetta da un parco, di chi segnava i primi sentieri, di chi percepiva l’importanza degli habitat naturali subito alle spalle di Imola e si adoprava per vederli tutelati. Il mio pensiero va a loro, a chi magari non ha potuto gioire nel vedere compiuto l’atto finale di tutela della Vena del Gesso ma ci aveva creduto sin da tempi lontani. In questo momento di giubilo, tuttavia, credo che sia giusto anche rammentare che non tutti hanno creduto in egual misura in questo progetto, non tutti i soggetti, istituzionali e non, hanno sostenuto la candidatura UNESCO: mi auguro che con il conseguimento di questo risultato storico questa diventi davvero una vittoria di tutti e consenta di rinserrare le fila per difenderla.”.