SPEDIZIONE PIK LENIN, PAMIR 28/7 – 18/8/2024

Il nostro socio Davide Mambelli, tra fine luglio e metà agosto, ha scalato una importante vetta del Pamir, il Peak Razdelnaya di oltre 6000 metri che rappresenta la via naturale per gli oltre 7000 metri del Peak Lenin (attualmente noto come Peak Ibn Sina).
Volentieri pubblichiamo una sua breve nota e alcune sue foto, augurandogli sempre nuove conquiste.

SPEDIZIONE PIK LENIN 28/7-18/8/2024

Nemmeno un anno fa festeggiavo l’ascesa della  mia prima vetta oltre i 3.000 metri, per la precisione la cima Presanella, nell’ottobre del 2023.

Da lì ho capito che più scalavo, più alta era la vetta più felice ero, e non si tratta solo di soddisfazione ma di stare bene a 360 gradi, uno status fisico e mentale che ti permette di salire minimizzando la sensazione di fatica per esaltare il benessere raggiunto.

Per arrivare ai 6.158 metri del Pik Razdenaya mi sono preparato fisicamente, allenandomi sia in palestra, ma soprattutto all’aperto (ricordo i miei km a casa nel Parco Della Vena del Gesso Romagnola tra Borgo Tossignano e Zattaglia), il Monte Rosa, Trentino e Appenino tosco-emiliano.

Di pari passo mi preparavo mentalmente a condizioni di stress/fatica sempre più elevati, gradualmente, passo dopo passo spostando i miei limiti sempre un po’ più avanti, ma sempre privilegiando la sicurezza e salvaguardandomi dal rischio infortuni.

Mi sono voluto mettere alla prova, conscio che passare da 3.000 metri a più di 7.000 metri in meno di anno sarebbe stato probabilmente oltre le mie possibilità, ma una cosa che ho imparato dalla montagna è sapersi fermare e per farlo, oltre che a conoscersi bene, bisogna allenare la testa.

E’ la testa che ti dice o ti manda segnali quando il rischio o le tue possibilità fisiche non ti permettono più di avanzare in sicurezza.

A volte è difficile fermarsi, come quando l’8 agosto, raggiunta la cima del Pik Razdelnaya, l’adrenalina e il mio acclimatamento genetico, mi spingevano a poter proseguire, sicuramente se non in cima al Pik Lenin, a raggiungere una quota più alta.

Avrei potuto, ma il tempo (era già mezzogiorno), il caldo, il manto nevoso, e una serie di episodi funesti capitati purtroppo a compagni di altre spedizioni mi hanno fatto desistere, ma non mi hanno impedito di fare un paio di capriole per ringraziare la montagna e per sfogare la mia gioia e quel benessere di cui ho parlato.

Sono contento per chi ha raggiunto la cima perché ho ben presente gli sforzi che hanno dovuto fare, ma allo stesso tempo sono contento di non esserci riuscito io, al mio primo tentativo, perché ho agito in sicurezza, non ho superato i miei limiti fisici, e ho usato i segnali che la montagna mi ha mandato.

Il non essere arrivati in cima, mi è già successo diverse volte, lo trasformerò in allenamento, determinazione, e insegnamento.

Così sarò pronto per una nuova avventura.

Davide Mambelli e Pasang (6 volte in cima all’Everest e 30 volte sopra gli 8.000 m) che festeggiano la vetta Pik Razdenaya
Un tratto ripido in discesa tra il campo 2 e il campo 1 a quota 5000 metri
Uno dei tratti più ripidi attrezzati con corde fisse tra il campo 1 e il campo 2 a quota 4.800 metri
Uno dei balletti nepalesi di Pasang di buon auspicio a quota 5.500 metri
Tratto con le scale per superare i numerosi crepacci tra il campo1 e il campo 2.